Io amo dipingere il legno, ma quando si tratta di tagliarlo, mi viene paura di mozzarmi i ditini santi. M'immagino protagonista di una scena splatter con il sangue che zampilla a fiotti e io che cerco di clampare l'arteria recisa con uno scampolo, mentre il colore abbandona il mio viso e le labbra illividiscono. Così, se posso, delego il Tulimarito.
Ma... non mi preoccupo per i suoi ditoni santi? Ebbene no, da perfetta moglie degenere accreditata. Anzi, divento dispotica ed esigente. Traccio le sagome sul legno e pretendo che lui me le tagli come dico io e nei tempi che dico io.
Se fossi in mio marito, mi direi: "Cara mia, tagliatele da sola, te e le tue tulicavolo di sagome".
Fortuna che io non sono lui. Non mi piacerebbe avere i peli sul petto.
Questo post ha preso una piega strana, non so se sia peggio l'immagine del dito reciso o di una donna col petto peloso: è il lato pulp della Tulimami. Forse, è colpa dell'amaretto di Saronno che mi sono appena bevuta. Quasi quasi, ne bevo un altro goccino, vado a letto e sogno qualcosa di raccapricciante, come partecipare ad una gara di sputi, o rasare a zero la fluida chioma di Cocciante.
Scritto ieri sera, sapevatelo!!!
Scritto ieri sera, sapevatelo!!!